Imballaggi monouso

imballi monouso

Qualche giorno fa ho partecipato con interesse al convegno “Imballaggi monouso: le iniziative concrete per un presente sostenibile” promosso da ATA Rifiuti con il patrocinio della Regione Marche

Relatori di rilievo provenienti dal mondo politico, scientifico e associativo si sono susseguiti per parlare di uno dei temi che a noi del Bosco che Ulula sta più a cuore: la riduzione del packaging

Ad aprire le danze, il “padrone di casa” prof. Rigoli Francesco, direttore del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’UNIVPM.

Nel suo intervento si è parlato di come le antropomasse nel giro di pochi decenni abbiano equiparato le biomasse.

Per l’esattezza,  l’insieme degli oggetti creati dall’uomo (strade, plastica, edifici) ha raddoppiato ogni 20 anni nell’ultimo secolo, superando il totale degli elementi naturali nel 2020.

Non a caso l’era in cui stiamo vivendo inizia ad essere definita antropocele.

A seguito l’assessore all’ambiente del comune di Ancona, Michele Polenta, ha raccontato che il comune sta mettendo in campo delle scelte importanti in ambito ambientale.

Si è visto, anche dal Conero Clean Day (evento a cui abbiamo partecipato), come le nostre spiagge siano invase dalle cassette di polistirolo utilizzate per la pesca.

cassette poliestere

Preso atto di ciò, l’intento è quello di sostituirle con quelle riutilizzabili.

Inoltre l’amministrazione locale vorrà porre l’attenzione sulla qualità dell’acqua pubblica e l’inutilità dell’utilizzo delle bottiglie in plastica. 

Dopo il comune ad intervenire e stata la Regione con il direttore Ing. Sbriscia Massimo, che ha ricordato di come sia evoluta la questione rifiuti negli ultimi anni, passando da rifiuti che erano solo organici a una quantità pro capite importante.

Circa 500 kg all’anno, ne parleremo presto in un futuro articolo, stay tuned!

Alla fine l’unica regola per prevenire il rifiuto è quella di non fare rifiuti.

L’ing. Sbriscia ha inoltre sottolineato l’importanza di un passaggio culturale: dopo anni in cui l’economia ci diceva che eravamo in crescita solo se producevamo in gran quantità – e poco importava se per la maggior parte erano oggetti monouso – oggi sappiamo che dobbiamo passare dalla cultura usa e getta ad una economia di tipo circolare (cit. dott. Andrea Moccia, GeoPop).

imballi monouso

La Regione Marche in questo si è già mobilitata redigendo le linee guida per gli Ecoeventi e stipulando i Centri del Riuso, altro tema a noi molto caro vista la nostra intenzione di ampliare il ventaglio di offerte in tema di economia circolare attraverso la rigenerazione di mobili non più in buono stato o passati di moda.

Oggi si può dire che i centri del riuso regionali hanno una valenza di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. 

Matteo Giantomassi di ATA crede come noi che l’unica soluzione sia nel cambio di comportamento e auspica la possibilità di fare Rete.

La prof.ssa Gorbi Stefania, docente di biologia applicata presso l’UNIVPM, nelle sue attività di ricerca sul campo ha potuto vedere con i suoi occhi quante micro plastiche siano presenti nella fauna marina.

Principalmente di origine petrolifera (come il PET o il polietilene), ma anche di bio plastiche.

Questo perché solo in determinate condizioni di temperatura ed umidità controllate queste si tramuteranno in fertilizzante: in acqua la loro vita sarà decisamente più longeva. Non si deterioreranno così facilmente. 

Legambiente nella figura del suo presidente Ciarulli Marco ha esposto i dati in suo possesso dove si evince una percentuale sopra il 70% di rifiuti riciclati: a suo parere un ottimo risultato che ci deve far ambire ad un ampio margine di miglioramento.

Infine l’iniziativa LIBERA LA SPESA:

Questo progetto ha trovato il plauso della camera di commercio delle Marche, Confesercenti, Confcommercio e Coldiretti che assieme al magnifico rettore dell’università hanno firmato un protocollo d’intesa. 

C’è un’unica, grande, nota dolente…

Una nota del Ministero della Sanità del 4 gennaio 2018 (anno di entrata in vigore della legge che stabilisce l’utilizzo di sacchetti in materie organiche per la frutta e verdura non confezionata) sancisce che i sacchetti possono essere portati da casa ma devono obbligatoriamente essere di tipo monouso.

Vi lasciamo un approfondimento al seguente link: https://www.mite.gov.it/comunicati/shopper-ecco-la-circolare-ministeriale-intepretativa

Da parte nostra ci auspichiamo che questa nota possa essere superata il prima possibile.

Inoltre si dovrà superare anche il problema relativo alla tara.

Ogni bilancia dei supermercati è tarata con la tipologia di sacchetto messo a disposizione; un sacchetto di cotone ha un peso maggiore rispetto a quelli biodegradabili monouso.

Io personalmente ho dei sacchetti in cotone per la frutta e la verdura con riportato a lato la tara dello stesso, ma oggi nei supermercati non tutti hanno la possibilità di fare la tara, senza contare che alcuni discount effettuano la pesa in cassa. 

Questo è un esempio di ciò di cui stiamo parlando:

Mentre le Pubbliche Amministrazioni cercano di sbrogliare i nodi di questa matassa burocratica… Noi rimarchiamo il concetto di scegliere, ove possibile, prodotti a ridotto contenuto di imballo.

Il più possibile provenienti dalla propria regione e il meno lavorati possibile: solo così potremmo essere, con le nostre mani, artigiani per l’ambiente. 

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A presto.
Francesco

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