Francesco Pianelli

La casa 2.0

Una riflessione sulle possibilità che la tecnologia ci offre in relazione al nostro stile di vita, nelle case 2.0 del futuro, dove ogni confort è pagato a caro prezzo: per la Natura.

Altroché casa 2.0: in principio c’erano le grotte!

Perché i primi uomini lì si rifugiavano dal freddo, dalle intemperie e dai pericoli (tipo animali feroci che volevano mangiarli).

Le grotte sono state la nostra casa per centinaia, se non migliaia, di anni!

casa 2.0 grotte

Da quei tempi il concetto di abitazione ha subito una trasformazione di forma, di stile e soprattutto di tecnologia.

Ma anche non volessimo arrivare all’esempio delle grotte, pensiamo a qualcuno di più vicino a noi nel tempo.

I nostri bisnonni non avevano il bagno né tantomeno il riscaldamento, motivo per cui spesso si sceglieva di scaldare una sola stanza tramite il fuoco e dormire tutti insieme.

A tal proposito –  visto il periodo – consiglio di vedere “Natale in casa Cupiello” con Sergio Castellitto: nel film vengono ben rappresentate queste dinamiche di una famiglia degli anni ’30.

Da allora il riscaldamento è entrato letteralmente nelle nostre case attraverso il gas prima e l’elettricità ora.

Sono cambiate le nostre abitudini, le camere che ci ospitano e anche la biancheria da letto.

Dall’avere i baldacchini per mantenere il calore e difendersi dagli insetti, siamo passati a dormire in intimo anche in inverno poiché le nostre case sono calde e confortevoli.

Oggi abbiamo cappotti termici ai palazzi, riscaldamento a pavimento e finestre con il taglio termico e doppi vetri. Tutti confort che a metà degli anni ’90 erano impensabili! 

Ti svelo un segreto: questa trasformazione non finirà oggi. 

La domanda che mi sorge spontanea, riflettendo attorno a questo argomento è questa: in che modo allora riappacificare le nostre case 2.0 con l’ambiente e la sostenibilità? 

In nome della funzionalità, nel corso del tempo, abbiamo forse perso il senso dell’estetica e oggi se parliamo di tecnologia per le fonti rinnovabili pensiamo alle pale eoliche nei crinali delle montagne ed interi campi disseminati a pannelli solari

Pannelli solari
Schiere di pannelli solari che riempiono ettari di terreni

Ma è possibile una tecnologia che rispetti l’ambiente e sia esteticamente accettabile?

Nel passato le centrali idroelettriche venivano costruite in stile liberty, ed ancora oggi sono considerate dei gioielli architettonici, tanto che alcune di esse sono visitate ogni anno da centinaia di turisti (come la Taccani a Trezzo sull’Adda).

Nata e costruita ad inizio ‘900 per alimentare il villaggio operaio, ora la fabbrica del bellissimo sito UNESCO di Crespi d’Adda – tutt’ora in funzione – è uno dei siti più visitati della Lombardia.

Ospita anche un museo virtuale dedicato all’energia rinnovabile studiato per famiglie e bambini di ogni età. Un bellissimo esempio di come dare seconda vita per questi edifici!

Tornare alla ricerca del “bello” è sicuramente un passaggio importante. 

Oggi forse il mercato dei pannelli fotovoltaici non ha preso piede in Italia proprio perché non vogliamo vedere un rettangolo nero sui nostri tetti, specialmente se si tratta di dimore storiche.

In nostro soccorso però stanno venendo molte aziende. 

La più famosa è la Tesla.

Sì, avete letto bene.

La casa automobilistica di Elon Musk produce anche tetti solari

Non è la sola: anche Sorgenia, società italiana fornitrice di energia elettrica, ha le sue tegole fotovoltaiche.

Ecco il link per i più i curiosi: https://www.sorgenia.it/guida-energia/tegole-fotovoltaiche-caratteristiche-e-costi)

Ora però vorrei sapere il tuo orientamento.

Quali sono le motivazioni per cui non provare questa nuova tecnologia?
Qualcuno che le ha già installate come si trova? 

Scriveteci a info@boscocheulula.it

Se tutti i tetti fossero coperti da tegole fotovoltaiche e tutti i capannoni da pannelli solari, avessimo 175 digestori anaerobici come quello in Liguria e iniziassimo la produzione di idrogeno come combustibile per le auto, avremmo raggiunto l’indipendenza energetica e l’azzeramento delle emissioni.

Certo non è un passaggio semplice e non dipende esclusivamente da noi.

È importante però informarsi su alternative possibili ed iniziare modificare le nostre case in case 2.0.

Evitando le plastiche usa e getta o preferire quelle compostabili (anche se meglio comunque evitarle), per divenire artigiani dell’ambiente

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A presto.
Francesco

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