Francesco Pianelli

Non c’è tempo da perdere

Non c’è tempo da perdere è una riflessione sul valore del tempo oggi, in relazione allo stile di vita e alle possibili soluzioni da adottare. Per la Terra. Per noi stessi.

Non c’è tempo da perdere è una riflessione sul valore del tempo oggi, in relazione allo stile di vita e alle possibili soluzioni da adottare. Per la Terra. Per noi stessi.

Qualche giorno fa è uscito il mio primo articolo per il blog Bosco che Ulula. Lo hai letto?

Si parlava della crisi climatica e dell’ipocrisia dell’uomo comune.

In quell’articolo affermavo che il cambiamento climatico – a differenza del pensiero generale – non è qualcosa per cui incolpare i “potenti” della terra.

Non sono solamente loro a dover fare qualcosa, ma è responsabilità di tutti noi agire per evitare il peggio. Possiamo farlo attraverso le scelte quotidiane, fino a modificare l’andamento dei mercati e ribaltare un risultato che sembra ormai scontato. 

Ti sembra impossibile?
Allora questo secondo articolo è proprio per te.

Inizio allora con un concetto che a me sta molto a cuore e che poi ti spiegherò nel dettaglio:

La vita frenetica che viviamo non ci consente le perdite di tempo.

Quante volte controlli l’orologio durante il giorno?
Quante volte sei di corsa, in lotta contro le scadenze?

È il tempo la radice dei nostri problemi.

Siamo arrivati al punto di dover delegare ad altri le scelte che facciamo, a partire dalla preparazione dei cibi che mangiamo.

O dei vestiti che indossiamo.

O dei saponi che utilizziamo per lavare vestiti e stoviglie.

“Francesco non ti seguo: mi stai dicendo che dovremmo tornare nell’800 a quando si andava al fiume con la cesta dei panni e la lisciva di cenere per lavarli?”

tempo-da-perdere-lavandaie

Beh, sicuramente in quel periodo l’inquinamento era ridotto e l’uomo viveva ancora in armonia con la terra. 

Ma non è questo il punto, sarebbe anacronistico un ragionamento del genere, oltre che fuori luogo in questo momento!

Tornare così indietro nel tempo è impossibile, ma le scelte che oggi facciamo devono essere ponderate, per non lasciare cicatrici sul volto del nostro pianeta.

Foto sopra: Lavandaie al Tevere nei pressi del Molino della Torre di Pretola: Leone Caterini (1886-1913). Lastra fotografica riproduzione digitale su concessione dell’Archivio Moretti Caselli di Perugia.

Se è vero che una persona non fa la differenza, è anche vero che è sempre una persona che inizia a fare la differenza. 

Partendo da questo concetto il mondo non lo si vedrà più come destinato a scomparire sotto le ferite che gli abbiamo inferto. Un lieto fine è possibile.

Un possibile cambiamento, una possibile rinascita. 

Certo, c’è molto da… Fare!

Noi stessi, in primis.

Imparare la cultura del fare.

Anzi, per meglio dire, tornare alla cultura del fare

Perché il tempo di cui parlavo sopra, abbiamo deciso di perderlo ad un costo. Abbiamo dato un prezzo al tempo e quel prezzo è stato pagato dall’ambiente. 

Oggi è nostro dovere riscattare e provare a rimediare a ciò che abbiamo causato.

In che modo?

Non certo facendo un bonifico alla madre Terra.

Partiamo dalle scelte consapevoli che facciamo tra gli scaffali del supermercato.

Abbiamo l’obbligo morale di fare determinate scelte: non scegliendo più il prodotto ECOnomico, ma quello più ECOlogico.

Eventi Ecologia Domestica

A tal proposito, ti invito il 10 novembre 2022 nel locale Zucchero a Velò di Ancona, in una serata dedicata proprio a questo argomento, trovi qui sotto la locandina con tutte le informazioni necessarie a partecipare!

Tornano gli Aperitivi Nel Bosco!

Tema del giorno: Ecologia domestica.

Un’ora di chiacchiere per la Terra attorno a tematiche di risparmio energetico, economia circolare e attenzione all’ambiente: con consigli e tips che potrete mettere in campo voi stessi nella vita di tutti i giorni!

L’evento richiede un contributo di 5€ per sostenere le nostre attività, la consumazione è alla carta.

E solo gradualmente riacquisteremo il tempo perso.

Quel tempo dedicato alla cura della famiglia, della casa, di se stessi, perché la prima cura per noi stessi risiede nel cibo, biologico ecologico e sociale.

Coltivato rispettando l’ambiente, e rispettare l’ambiente significa rispettare le persone, rispettare il proprio organismo e la propria salute. 

Provate a fare anche voi questo semplicissimo test: 

Comprate tre ceppi di insalata: un ceppo dal contadino, un ceppo da agricoltura biologica e uno in un centro della grande distribuzione. 

Diciamo che il primo appassirà in pochi giorni, il secondo in qualche giorno e il terzo forse lo farà in un futuro prossimo. 

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La natura, come noi, è destinata ad appassire. I nostri avi questo lo sapevano, ma oggi cerchiamo invano l’eterna giovinezza anche nei cibi. 

E così, seguendo questo concetto, anche l’insalata deve essere sempreverde.

Perché ho tempo (ancora una volta torna questa parola) di fare la spesa solamente una volta la settimana, e quindi deve durare 7 giorni in una scatola altamente energivora che produce freddo (sì, parlo del frigorifero)

Usando queste parole così forti, non voglio dire di dismettere tutti i frigoriferi e conservare il cibo sotto sale, sarebbe assurdo.

L’intento è di ragionare su cosa essi sono e non dare nulla per scontato; questo può aiutarci a usarli in modo razionale e consapevole (altra parola che amo molto: consapevolezza).

La consapevolezza è ciò che ci porta a fare scelte ponderate.

La scorsa estate durante uno degli eventi che abbiamo organizzato ho parlato degli spazzolini in bambù.

Essi sono per la stragrande maggioranza prodotti in Cina e vengono distribuiti in tutto il mondo attraverso container trasportati in navi e camion altamente inquinanti.

Uno spazzolino classico può essere prodotto in Italia limitando il trasporto!

La vita di entrambi i prodotti è di circa 3 mesi, e poi verranno gettati nell’immondizia.

Mentre il primo in bambù, privato delle setole, verrà differenziato nel bidone dell’organico, il secondo troverà posto nell’indifferenziata.

Tra 20 anni del primo resteranno solamente le setole, mentre il secondo potrebbe essere potenzialmente riusato dai nostri nipoti, tale e quale a come lo avevamo buttato via.

Aprire la mente sul concetto di sostenibilità significa non lasciare, o almeno limitare, segni del nostro passaggio sulla terra.

Questo è ciò che ci viene richiesto. 

Nella speranza che anche i trasporti si adeguino a queste scelte e magari si ritorni a apprezzare ed acquistare i prodotti locali (dal cibo al vestiario, riscoprendo la lana, il lino o perché no la canapa) e a km0.

Al termine di questo secondo articolo il mio augurio è di ritrovarti in queste pagine e nei miei pensieri. O di averti spinto ad una sincera riflessione.

Dal prossimo articolo cercheremo di offrirti consigli quotidiani, anche straordinari, su temi come:

•Trasporti e viaggi;
•Casa e rifiuti;
•Energia;
•Foreste e natura;
•Acquisti consapevoli;
•Cibo e ricette.

Il cambiamento è nelle nostre mani. 

Stay connected!

A presto.

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