Oggi voglio fare un gioco con te. 😏
No tranquillo: non è l’intro di nessun film horror. Ma oggi torniamo con la mente al supermercato come nell’articolo plastica da supermercato. Sei pronto?
In queste righe non voglio dare risposte o certezze, ma consapevolezza riguardo ad un tema molto importante: l’ecologia domestica e spesa.
Ma prima: faccio un passo indietro e ti faccio una domanda.
Secondo te – in termini di impatto ambientale – è meglio fare la spesa girando in auto tra vari produttori locali oppure è meglio un solo viaggio, ma al supermercato?
SPOILER: una risposta giusta non c’è.
Ci sono centinaia di variabili in gioco ed ognuno fa le proprie scelte. Basta siano ragionate, consapevoli e non dettate dalla semplice frase “ho fatto sempre così“.
Ora: riprendiamo la via del supermercato e ragioniamo insieme su un ipotetico percorso da fare al suo interno. Prestando sempre attenzione all’economia domestica.
Per prima cosa dobbiamo prendere il carrello: un tempo erano in metallo, oggi in plastica.
Una scelta discutibile, certo, anche se la speranza è che almeno siano in plastica riciclata.
Sicuramente non sarà igienica come il metallo (virus e batteri hanno in media una vita più lunga sulle superfici plastiche) ma anche senza andare a chiamare in causa la medicina li trovo scomodi: spesso si incastrano tra loro, troppo spesso, e non si impilano ordinatamente come quelli metallici..
Dopo esser riusciti ad avere un carrello per la spesa, entriamo nel supermercato e subito ci troviamo di fronte al settore della frutta e verdura fresca. Molto spesso è così!
La prima scelta da fare è quella di evitare prodotti esteri.
Non tanto perché solo noi italiani siamo belli e bravi con le coltivazioni, quanto perché per arrivare al supermercato hanno dovuto fare molta strada e quindi prodotto molto inquinamento.
Un giorno mi sono trovato in un discount e dovevo acquistare le cipolle.
C’erano quelle di Tropea ad oltre 3€/kg, una cifra forse giusta, ma eccessiva visto l’utilizzo che dovevo farne.
Fortunatamente a lato c’erano quelle dorate a 0,88€/kg con provenienza: Nuova Zelanda.
Come è possibile che delle cipolle che vengono dall’altra parte del globo arrivino a costare 3 volte tanto quelle che vengono da 800km?
Inutile dire che sono uscito dal discount senza cipolle quel giorno.
Altro consiglio che viene spesso elargito per fare la spesa è quello di scegliere la verdura di stagione, questo perché oltre che salvaguardare la biodiversità e la stagionalità non si pensa che ciò può servire anche a risparmiare plastica.
Già, perché le serre dove vengono coltivate frutta e verdura fuori stagione, sono sovente composte esattamente da plastica.
Ma cosa è meglio scegliere quindi: prodotti locali e/o biologici avvolti nel cellophane o prodotti di agricoltura intensiva ma sfusi?
Come detto non esiste una risposta giusta o una sbagliata.
Dipende da te, da cosa senti giusto e dalla tua disponibilità economica.
Possiamo dire che come linea guida dovremmo tendere sempre a prodotti locali, sfusi, senza pesticidi aggressivi per l’ambiente e che seguano la stagionalità.
Oltrepassando frutta e verdura continuiamo verso il banco gastronomia. Ovviamente nell’ottica di ridurre la plastica sarebbero da evitare salumi e formaggi preconfezionati e scegliere quelli affettati al momento meglio ancora se locali (che tra l’altro il più delle volte costano meno). La nostra regione Marche, ad esempio, è piena di prodotti eccellenti.
Stesso discorso va fatto per il pesce e per la carne. Qui ad esempio sarebbe meglio optare per “pezzi” interi. Chi ha bambini piccoli avrà la possibilità anche di spiegare che il pollo non nasce a “petto” in vaschette di polistirolo.
Davanti a questi reparti poi ci sono i frigoriferi.
Qui si apre il mondo.
Principi sono il latte, il burro e gli yogurt. Se dovessimo scegliere per prodotti senza plastica il latte dovrebbe essere solo UHT dove ancora lo si trova in cartone.
Oggi è diventato un miraggio trovare quello senza tappo. Questo porta con sè una serie di problemi: l’utilizzo indiscriminato della tecnologia ci porta ad una pigrizia che parte anche da quella mentale.
Avete visto il film WALL-E?
La tecnologia aveva preso il sopravvento e il controllo sull’uomo trasformandolo in un essere pigro che vagava tutto il giorno sdraiato su una poltrona posta su dei binari che ne garantivano gli spostamenti.
Sì okay ma che c’entra con il latte?
L’assenza del tappo sviluppa le nostre facoltà intellettive, implementando il problem solving per trovare una soluzione consona al cartone del latte che all’interno del frigo una volta aperto dovrà restare in piedi.
Il tappo facilita lo stoccaggio e spegne il cervello.
Oltre ovviamente essere in plastica con tutti i problemi che comporta all’ambiente.
Meglio ancora sarebbe scegliere il latte crudo, ma ancora questo non è capillarmente distribuito nel territorio e quindi risulta non ottimale percorrere 30 km tra andata e ritorno ogni giorno per comprarlo.
Per il burro ritorno a sponsorizzare quello locale ovviamente, mentre lo yogurt consiglio di farlo, avevo scritto un articolo su come fare lo yogurt e il formaggio fresco (qui il link) che ti consiglio di leggere se non l’hai fatto.
Altri alimenti da banco frigo sono le paste: sfoglia, frolla e brisé. Di queste, solo la sfoglia è difficile da replicare e accetto l’uso indiscriminato plasticoso dell’involucro, mentre le altre due sono facili e veloci. La pasta brisé si presta bene ad essere fatta nella sua connotazione vegana perché addirittura più semplice e veloce, serviranno solo:
- 300gr di farina
- 150gr di acqua
- 50gr di olio
- 5gr di sale
E dopo aver amalgamato bene il tutto si può cuocere con un ripieno di verdure (ad esempio) in padella rivestita di carta forno e con coperchio se non si vuole accendere il forno quando non si hanno più cotture da fare.
La pasta frolla invece può essere impastata per fare dei biscotti, magari per la colazione, facendo più di una infornarnata e conservandoli in un barattolo ermetico si avrà la colazione pronta per una settimana.
Gli ingredienti per la pasta frolla sono:
- 300gr di farina
- 200gr di zucchero
- 2 uova
- 150gr di burro ammorbidito
Amalgamare il tutto fino ag ottenere un impasto liscio. Aggiungere a piacere gocce di cioccolato, cannella, zenzero o ciò che preferite. Tagliare ovviamente della forma preferita e in forno a 180° fino a che non diventano dorati.
Alcuni faranno colazione con il thè, qui la scelta locale qui la vedo ardua.
Possiamo però optare per una soluzione biologica!
Non ho ancora affrontato un tema fondamentale per noi consumatori: i marchi di garanzia.
Essi sono l’unico strumento per una spesa consapevole. PEFC, FSC, ASC, ECOLABEL ecc.. questi sono solo alcuni.
Nel banco frigo il salmone andrebbe scelto ASC ad esempio.
Se si vogliono fare pane, pizza e torte in casa nel frigo non può mancare il lievito.
Esso può essere acquistato anche al forno a peso. Ancora qualcuno espleta questo servizio. Per i più coraggiosi invece c’è l’impasto madre.
Le uova del contadino hanno sicuro una carica in più, ma se non le alleviamo e vogliamo prenderle al supermercato dovremmo optare per quelle biologiche o da galline allevate all’aperto, non tanto per la qualità dell’uovo quanto per il rispetto dell’animale.
Evitare uova da galline allevate in gabbia.
Proseguendo questo ipotetico viaggio nel supermercato arriviamo quindi ai prodotti secchi.
Carta igienica, carta casa e fazzoletti.
Ho accennato poco fa all’importanza dei marchi.
Un giorno mio figlio mi ha chiesto quale pacco prendere nella scelta tra due marche. Entrambe riportavano la dicitura “riciclata” ed “ecologica” ma solo una delle due aveva il marchio “ECOLABEL”.
Anche se il prezzo era lievemente superiore ho preferito orientarmi verso quest’ultima.
Per la carta forno sono molto fortunato: quella più economica del mio supermercato è anche compostabile e per fiducia acquisto la stessa marca per i rotoli di alluminio e pellicola (essendo tra l’altro senza PVC).
Ne uso veramente poca e ancora non ho avuto modo di provare i fogli in cotone rivestiti di cera, ma mio sono ripromesso di provarci a breve.
Resta aggiornato perché potrei farci un altro blog post a riguardo!
Per l’acqua – neanche a dirlo – uso quella “del rubinetto” e visto che mi piace molto quella frizzante, quando ne ho voglia aggiungo idrolitina nella bottiglia.
Da buon italiani non si ha di certo bisogno di suggerimenti in merito alla pasta, mentre per il sugo io consiglierei di scegliere quello proveniente da pomodori biologici (costa un po’ di più, ma non eccessivamente).
Un altro modo di mangiare la pasta è senz’altro con il pesto (che tra l’altro a me piace anche con la piadina arrotolata e tagliata a fette).
Ricordo ancora con piacere quella volta che ad un campo scout ce lo fecero preparare pestando il basilico. Tornato a casa lo rifeci con lo stesso mortaio in legno che avevo creato al campo e che ancora oggi è presente all’interno del mio cassetto delle posate.
Vi invito a provare anche voi a realizzare il pesto home made edd a condividerci le foto via email a info@boscocheulula.it!
Sua maestà la farina?
Qui è molto complicato.
I grani non sono più quelli di una volta. Il tenore proteico si è quasi azzerato e al suo posto è entrato il glutine.
Nelle farine molto lavorate 00 o anche 0 i benefici del biologico non vengono assimilati dal nostro organismo ma resta una questione di cura e rispetto della terra.
Forse l’unica scelta consapevole sono le farine dai grani antichi, ma il loro prezzo e spoporzionatamente alto, per cui… sceglierli quando possibile (vi assicuro che hanno una digeribilità maggiore e anche un gusto migliore).
Vino e birre orientarsi verso prodotti locali: certo.
Saltiamo a piè pari il reparto bibite, patatine e snacks……..!!!
Infine i surgelati.
Sono comodi ma la catena del freddo che li compone è altamente energivora e se possibile sarebbe meglio evitarla.
Siamo così giunti alla cassa – se non ci siamo dimenticati qualcosa – e con questo anche l’articolo, forse il più lungo che abbia mai scritto, è giunto al termine!
Spero che grazie a queste righe riusciate ad avere più chiarezza e consapevolezza per migliorare la vostra ecologia domestica anche nelle scelte al supermercato!
Queste righe non vogliono essere un dogma o un vangelo ma dei suggerimenti semplici da seguire, un vadevecum per consumatori consapevoli.
Come per ogni cosa è doverosa, prima di salutarci, un’ultima considerazione: se si vuole trasgredire non dobbiamo sentirci in colpa perché comunque viviamo nel XXI secolo.
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A presto.
Francesco